Cambia in modo radicale la politica europea delle infrastrutture. Se nel passato l’attenzione era puntata sui singoli progetti, ora l’impegno è di creare una rete centrale dei trasporti formata da nove corridoi, con l’obiettivo di migliorare le connessioni Est-Ovest. All’interno della rete, in parte già esistente, verranno realizzati i progetti finalizzati alla costruzione dei collegamenti transfrontalieri mancanti.
Per raggiungere questo obiettivo i finanziamenti europei saranno triplicati nel periodo 2014-2020, arrivando a 26 miliardi di euro.
É la sintesi della nuova rete dei trasporti nel mercato unico europeo, presentata dalla Commissione europea a Tallinn durante le giornate Ten-T (Rete trans europea dei trasporti), che si sono svolte dal 16 al 18 ottobre. Rispetto al periodo 2007-2013, in cui erano stati selezionati 92 progetti, Bruxelles ha deciso di concentrare la spesa su un minor numero di programmi, con un reale valore aggiunto per l’Unione europea. La rete centrale collegherà quindi 35 progetti transfrontalieri, oltre a 94 porti europei con le linee ferroviarie e stradali, 38 aeroporti con le tratte ferroviarie che conducono alle città principali e 15 mila chilometri di linee ferroviarie trasformate in alta velocità.
Il completamento è previsto entro il 2030 e permetterà anche di eliminare le strozzature, ovvero le differenze di qualità e disponibilità di infrastrutture tra e all’interno degli Stati membri. Inoltre, consentirà di velocizzare le operazioni transfrontaliere di trasporto per le merci in tutta l’Unione europea e di migliorare le connessioni tra modalità di trasporto, riducendo del 60% le emissioni inquinanti entro il 2050, come indicato dal Libro Bianco sui Trasporti.
La Commissione ha spiegato che la nuova rete centrale di trasporto sarà completata da una rete di linee che si collegheranno alla rete centrale a livello regionale e nazionale. L’obiettivo finale è di garantire in modo progressivo che, entro il 2050, la maggioranza delle imprese europee non disti più di 30 minuti di viaggio dai nodi della rete centrale. Siim Kallas, vicepresidente della Commissione europea e commissario dei Trasporti, ha sottolineato che “i trasporti sono cruciali per l’economia europea e l’Europa non potrà crescere e prosperare senza buone connessioni. La nostra politica infrastrutturale consentirà di realizzare nei 28 Stati membri una rete europea dei trasporti robusta e capace di promuovere la crescita e la competitività, che collegherà l’est all’ovest e sostituirà il mosaico attuale dei trasporti con una rete autenticamente europea”.
I 9 corridoi europei
La rete infrastrutturale centrale sarà formata da nove corridoi, al cui interno verranno realizzate nuove infrastrutture, saranno completate quelle già esistenti e migliorati i servizi intermodali.
Per coinvolgere tutti i soggetti interessati e gli Stati membri, saranno create delle “piattaforme di corridoio”, cioè delle strutture di controllo che attueranno i “piani di sviluppo di corridoio” volti a coordinare i lavori svolti lungo il corridoio in Stati membri diversi e in diverse fasi del progetto. Le piattaforme di corridoio saranno presiedute da coordinatori europei.
Come detto, la priorità della nuova rete dei trasporti europea è rafforzare le connessioni multimodali Est-Ovest. Sui nove corridoi sette si sviluppano in questa direzione ovvero il Baltico-Adriatico, quello Mare del Nord-Mar Baltico, il Mediterraneo, l’Orientale/Mediterraneo orientale, l’Atlantico, quello Mare del Nord-Mediterraneo e il Reno-Danubio. Un altro obiettivo è anche quello di collegare le regione periferiche al centro dell’Unione europea.
I nove corridoi seguono proprio questi orientamenti. Basti pensare che non esistevano progetti per collegare la Polonia e la Germania, mentre ora ci sono tre connessioni nella rete centrale come Stettino-Berlino, Varsavia-Berlino e Dresda-Breslavia. Inoltre, il tratto Varsavia-Berlino fa parte anche del corridoio Mare del Nord-Mar Baltico, che va da Rotterdam a Tallinn, in Estonia.
O ancora, i porti tedeschi non erano collegati da un progetto prioritario ai Paesi dell’Europa centrale (Ungheria, Repubblica Ceca, Slovacchia, Bulgaria e Romania), mentre oggi il collegamento fa parte del corridoio Orientale-Mediterraneo orientale. Un altro esempio è quello della Slovacchia e della Repubblica Ceca, che non erano ben collegate alla Germania meridionale, mentre ora i due collegamenti principali, Praga-Norimberga-Francoforte e Praga-Monaco-Stoccarda, sono inclusi nel corridoio Reno-Danubio. Infine, quest’ultimo asse, oltre a connettere meglio i due fiumi, include strade e ferrovie destinate a collegare l’Europa centrale alla Germania e alla Francia.
L’Italia
L’Italia sarà interessata da ben quattro corridoi: il Baltico-Adriatico, il Mediterraneo, quello Scandinavo-Mediterraneo e quello Reno-Alpi. All’interno del corridoio Mediterraneo, uno dei principali progetti ferroviari riguarda la Tav Torino-Lione. A questo proposito, a fine ottobre il Consiglio dei ministri italiano ha deciso di stanziare 5 milioni di euro come indennizzo a favore delle imprese colpite dagli attacchi No Tav. La misura, contenuta in un decreto legge, prevede quindi un risarcimento per le aziende che hanno subito danneggiamenti ai loro cantieri e alle loro attrezzature. Il ministro dei Trasporti, Maurizio Lupi, ha spiegato che in questo modo “si conferma l’impegno del Governo a sostenere con atti concreti tutte le imprese impegnate nella realizzazione di infrastrutture strategiche”.
Passando all’asse Scandinavo/Mediterraneo, tra i vari progetti è stato illustrato quello del Porto di La Spezia, chiamato “Widermos”. Il progetto, finanziato nel programma delle Autostrade del Mare, punta a un’efficienza nei servizi logistici integrati. Tra le varie attività, prevede la realizzazione di alcune piattaforme tecnologiche nei porti di La Spezia, Barcellona, Porto e Rostock, coinvolgendo Italia, Germania, Spagna e Portogallo ma anche enti ed aziende dei trasporti, della logistica e del settore marittimo. Restando al corridoio Scandinavo/Mediterraneo, è stato firmato un documento che assegna 2 milioni di euro, dei fondi europei delle reti Ten-T, all’Autorità portuale di Civitavecchia e all’Anas per il completamento della superstrada Civitavecchia-Orte. Erano presenti il ministro Lupi e il commissario ai Trasporti Kallas.
I finanziamenti
I 26 miliardi di euro stanziati per i trasporti dal Meccanismo per collegare l’Europa (un programma della Commissione europea che mira a completare le reti di trasporto, energia e digitali), serviranno come capitale iniziale, per stimolare ulteriori investimenti da parte degli Stati membri volti a completare collegamenti transfrontalieri che altrimenti potrebbero non essere realizzati. Di questi 26 miliardi, 11,3 miliardi di euro sono riservati a investimenti effettuati negli Stati membri del Fondo di coesione, per dare priorità alle connessioni est-ovest.
Secondo le stime della Commissione, gli investimenti necessari per la rete centrale nel periodo 2014-2020 arriveranno a 250 miliardi. La maggior parte degli investimenti per le infrastrutture dei trasporti proviene dagli Stati membri, i quali dovranno presentare proposte dettagliate, sulla base delle quali saranno assegnati i finanziamenti. Ciò dovrebbe avvenire entro i primi mesi del 2014. L’importo esatto del finanziamento europeo dipenderà anche dai dettagli delle proposte nazionali.
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