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La costruzione della nuova sede anno 2012

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Bruxelles presenta la nuova rete dei trasporti europea

Cambia in modo radicale la politica europea delle infrastrutture. Se nel passato l’attenzione era puntata sui singoli progetti, ora l’impegno è di creare una rete centrale dei trasporti formata da nove corridoi, con l’obiettivo di migliorare le connessioni Est-Ovest. All’interno della rete, in parte già esistente, verranno realizzati i progetti finalizzati alla costruzione dei collegamenti transfrontalieri mancanti.

Per raggiungere questo obiettivo i finanziamenti europei saranno triplicati nel periodo 2014-2020, arrivando a 26 miliardi di euro.

É la sintesi della nuova rete dei trasporti nel mercato unico europeo, presentata dalla Commissione europea a Tallinn durante le giornate Ten-T (Rete trans europea dei trasporti), che si sono svolte dal 16 al 18 ottobre. Rispetto al periodo 2007-2013, in cui erano stati selezionati 92 progetti, Bruxelles ha deciso di concentrare la spesa su un minor numero di programmi, con un reale valore aggiunto per l’Unione europea. La rete centrale collegherà quindi 35 progetti transfrontalieri, oltre a 94 porti europei con le linee ferroviarie e stradali, 38 aeroporti con le tratte ferroviarie che conducono alle città principali e 15 mila chilometri di linee ferroviarie trasformate in alta velocità.

 

Il completamento è previsto entro il 2030 e permetterà anche di eliminare le strozzature, ovvero le differenze di qualità e disponibilità di infrastrutture tra e all’interno degli Stati membri. Inoltre, consentirà di velocizzare le operazioni transfrontaliere di trasporto per le merci in tutta l’Unione europea e di migliorare le connessioni tra modalità di trasporto, riducendo del 60% le emissioni inquinanti entro il 2050, come indicato dal Libro Bianco sui Trasporti.

La Commissione ha spiegato che la nuova rete centrale di trasporto sarà completata da una rete di linee che si collegheranno alla rete centrale a livello regionale e nazionale. L’obiettivo finale è di garantire in modo progressivo che, entro il 2050, la maggioranza delle imprese europee non disti più di 30 minuti di viaggio dai nodi della rete centrale. Siim Kallas, vicepresidente della Commissione europea e commissario dei Trasporti, ha sottolineato che “i trasporti sono cruciali per l’economia europea e l’Europa non potrà crescere e prosperare senza buone connessioni. La nostra politica infrastrutturale consentirà di realizzare nei 28 Stati membri una rete europea dei trasporti robusta e capace di promuovere la crescita e la competitività, che collegherà l’est all’ovest e sostituirà il mosaico attuale dei trasporti con una rete autenticamente europea”.

 

I 9 corridoi europei

La rete infrastrutturale centrale sarà formata da nove corridoi, al cui interno verranno realizzate nuove infrastrutture, saranno completate quelle già esistenti e migliorati i servizi intermodali.

Per coinvolgere tutti i soggetti interessati e gli Stati membri, saranno create delle “piattaforme di corridoio”, cioè delle strutture di controllo che attueranno i “piani di sviluppo di corridoio” volti a coordinare i lavori svolti lungo il corridoio in Stati membri diversi e in diverse fasi del progetto. Le piattaforme di corridoio saranno presiedute da coordinatori europei.

Come detto, la priorità della nuova rete dei trasporti europea è rafforzare le connessioni multimodali Est-Ovest. Sui nove corridoi sette si sviluppano in questa direzione ovvero il Baltico-Adriatico, quello Mare del Nord-Mar Baltico, il Mediterraneo, l’Orientale/Mediterraneo orientale, l’Atlantico, quello Mare del Nord-Mediterraneo e il Reno-Danubio. Un altro obiettivo è anche quello di collegare le regione periferiche al centro dell’Unione europea.

I nove corridoi seguono proprio questi orientamenti. Basti pensare che non esistevano progetti per collegare la Polonia e la Germania, mentre ora ci sono tre connessioni nella rete centrale come Stettino-Berlino, Varsavia-Berlino e Dresda-Breslavia. Inoltre, il tratto Varsavia-Berlino fa parte anche del corridoio Mare del Nord-Mar Baltico, che va da Rotterdam a Tallinn, in Estonia.

O ancora, i porti tedeschi non erano collegati da un progetto prioritario ai Paesi dell’Europa centrale (Ungheria, Repubblica Ceca, Slovacchia, Bulgaria e Romania), mentre oggi il collegamento fa parte del corridoio Orientale-Mediterraneo orientale. Un altro esempio è quello della Slovacchia e della Repubblica Ceca, che non erano ben collegate alla Germania meridionale, mentre ora i due collegamenti principali, Praga-Norimberga-Francoforte e Praga-Monaco-Stoccarda, sono inclusi nel corridoio Reno-Danubio. Infine, quest’ultimo asse, oltre a connettere meglio i due fiumi, include strade e ferrovie destinate a collegare l’Europa centrale alla Germania e alla Francia.

 

L’Italia

L’Italia sarà interessata da ben quattro corridoi: il Baltico-Adriatico, il Mediterraneo, quello Scandinavo-Mediterraneo e quello Reno-Alpi. All’interno del corridoio Mediterraneo, uno dei principali progetti ferroviari riguarda la Tav Torino-Lione. A questo proposito, a fine ottobre il Consiglio dei ministri italiano ha deciso di stanziare 5 milioni di euro come indennizzo a favore delle imprese colpite dagli attacchi No Tav. La misura, contenuta in un decreto legge, prevede quindi un risarcimento per le aziende che hanno subito danneggiamenti ai loro cantieri e alle loro attrezzature. Il ministro dei Trasporti, Maurizio Lupi, ha spiegato che in questo modo “si conferma l’impegno del Governo a sostenere con atti concreti tutte le imprese impegnate nella realizzazione di infrastrutture strategiche”.

Passando all’asse Scandinavo/Mediterraneo, tra i vari progetti è stato illustrato quello del Porto di La Spezia, chiamato “Widermos”. Il progetto, finanziato nel programma delle Autostrade del Mare, punta a un’efficienza nei servizi logistici integrati. Tra le varie attività, prevede la realizzazione di alcune piattaforme tecnologiche nei porti di La Spezia, Barcellona, Porto e Rostock, coinvolgendo Italia, Germania, Spagna e Portogallo ma anche enti ed aziende dei trasporti, della logistica e del settore marittimo. Restando al corridoio Scandinavo/Mediterraneo, è stato firmato un documento che assegna 2 milioni di euro, dei fondi europei delle reti Ten-T, all’Autorità portuale di Civitavecchia e all’Anas per il completamento della superstrada Civitavecchia-Orte. Erano presenti il ministro Lupi e il commissario ai Trasporti Kallas.

 

I finanziamenti

I 26 miliardi di euro stanziati per i trasporti dal Meccanismo per collegare l’Europa (un programma della Commissione europea che mira a completare le reti di trasporto, energia e digitali), serviranno come capitale iniziale, per stimolare ulteriori investimenti da parte degli Stati membri volti a completare collegamenti transfrontalieri che altrimenti potrebbero non essere realizzati. Di questi 26 miliardi, 11,3 miliardi di euro sono riservati a investimenti effettuati negli Stati membri del Fondo di coesione, per dare priorità alle connessioni est-ovest.

Secondo le stime della Commissione, gli investimenti necessari per la rete centrale nel periodo 2014-2020 arriveranno a 250 miliardi. La maggior parte degli investimenti per le infrastrutture dei trasporti proviene dagli Stati membri, i quali dovranno presentare proposte dettagliate, sulla base delle quali saranno assegnati i finanziamenti. Ciò dovrebbe avvenire entro i primi mesi del 2014. L’importo esatto del finanziamento europeo dipenderà anche dai dettagli delle proposte nazionali.

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L'INDUSTRIA EUROPEA DELLE COSTRUZIONI RIMANE LEADER MONDIALE NONOSTANTE LA CRISI

 

IL CECE PRESENTA AL PARLAMENTO EUROPEO UN MANIFESTO IN 10 PUNTI PER IL SOSTEGNO AL SETTORE: OBIETTIVO FAR RIPARTIRE ANCHE IL MERCATO CONTINENTALE

 

La crisi nel mercato delle costruzioni, e i conseguenti riflessi negativi sull'industria delle macchine ad esso destinate, riguarda solo l'Europa. E' questo uno dei dati più rilevanti emersi dalla annuale assemblea del Cece svoltasi recentemente a Bruxelles (e che ha visto l'elezione di Giampiero Biglia di Unacea alla vicepresidenza dell'associazione) nella quale si è analizzato nel dettaglio il mercato mondiale del settore. Se nel 2013 l'economia ha segnato una crescita in ogni area del mondo, (mediamente del 3,3% passando dal +1,6% del Giappone fino al + 7,1% della regione asiatica) e l'Europea è rimasta inchiodata allo zero, il mercato delle costruzioni nel mondo ha visto una crescita superiore all'incremento del Pil (in media del 4,5%) tranne che nel vecchio continente dove si registra una perdita del 2,5% rispetto all'anno precedente. Ricordiamo che questo mercato vale in Europa secondo la stima di vari analisti 1800 miliardi di dollari , circa il 24% dei 7500 miliardi di valore complessivo a livello mondiale. Inutile trarre da questi numeri conclusioni in chiave ottimistica o pessimistica. Deve prevalere un approccio razionale alla situazione. Le imprese devono guardare senza dubbio al mercato globale e non aspettarsi un cambio di rotta nel mercato europeo almeno fino al 2015. Del resto le politiche europee rimangono per ora incentrate sull'austerità e non sulla crescita e la crisi finanziaria dell'eurozona non è ancora davvero superata. In Europa il valore del mercato delle macchine è sceso ai livelli degli anni '90: il rimbalzo degli anni 2010 e 2011 sembra esaurito, le banche faticano a concedere crediti e l'età di molti macchinari è ancora bassa. Le prospettive, nel vecchio continente sono affidate più alla crescita dei Paesi dell'Est e della Russia che ai cinque storici mercati continentali (Italia, Spagna, Francia, Germania e Gran Bretagna) e le imprese europee devono fare i conti col progressivo affacciarsi di nuovi competitor non solo asiatici, ma anche turchi e russi. L'importanza dell'industria europea delle macchine da costruzione, e il suo peso fondamentale nel mercato, rimane tuttavia evidente. Se analizziamo i dati relativi all'import e all'export relativi al 2012 vediamo che la bilancia commerciale è positiva nei confronti di ogni mercato extraeuropeo: l'industria europea ha esportato lo scorso anno verso il Nord America macchinari per circa 3,2 miliardi di euro, a fronte di un import di 1,2; analogamente verso il Sud America l'export è stato di 1,6 miliardi contro un import di 128 milioni, verso l'Africa 2,4 miliardi contro appena 46 milioni. Ma quello che più conta è che anche verso l'Asia e la Cina in particolare la bilancia commerciale è stata positiva: l'export ha toccato i 3,9 miliardi contro un import di 3 miliardi circa. Insomma non tutto è negativo e le imprese devono oramai rendersi conto che la geografia del mercato è cambiata a livello planetario e non potrà mai più ritornare alla situazione degli anni precrisi.

Per affrontare questi cambiamenti però, le industrie europee debbono poter contare anche su un adeguato supporto delle istituzioni comunitarie. Per questo il Cece ha presentato, a conclusione dell'assemblea annuale, il “Manifesto di azione Cece-Cema” che contiene dieci richieste al Parlamento Europeo: tra queste, un maggior allineamento internazionale volto a evitare barriere al commercio, riduzione dei carichi amministrativi per il rispetto della legislazione europea, completamento del mercato interno, concorrenza leale mediante una migliore sorveglianza di mercato, rilancio gli investimenti infrastrutturali.

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intervento A4

Intervento di recupero materiale da mezzo in fiamme presso autostrada A4 - Verona Sud nella notte del 05 febbraio 2014.

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Eco-resort per la pulizia degli oceani

 

Pensato per esser realizzato nella città di Cancun nel 2020, il resort s’ispira alla leggenda del serpente dio maya. Grand Cancun, progettata da Architecture + Design di Richard, sarà il primo resort in grado di fornire una risposta energetica alla costante domanda di risorse dei vari paesi.

La struttura è composta da due parti fondamentali, una subacquea e una fuori acqua. L'edificio sarà totalmente autosufficiente dal punto di vista energetico, ci saranno alberghi, centri congressi, centri commerciali e cinema. Avrà un'impronta a zero emissioni di carbonio, sarà in grado di fornire alla città acqua potabile ed energia prodotta grazie a fonti rinnovabili.

 

 

Obiettivo finale del progetto è quello di poter ripulire i mari grazie al pompaggio costante dell'acqua e la filtrazione attraverso tecnologia in grado di separare idrocarburi e solidi galleggianti.

L'edificio sott'acqua è caratterizzato dalle enormi strutture in grado di andare a scambiare energia termica con il sottosuolo, contemporaneamente vi è l'enorme vetrata a copertura degli spazi di ristoro in grado di offrire una vista unica sulla fauna che popola il mare soprastante. La parte superiore dell'edificio, oltre a esser caratterizzata dalla geometria ad onde che si ripropongono sempre più piccole man mano che l'edifico si eleva in altezza, sarà sostenuto da particolari strutture in acciaio con all'interno generatori eolici di corrente elettrica.

 

 

Le enormi specchiature per consentire la visione sul mare da tutte le camere degli alberghi saranno realizzate con vetri altamente performanti in grado di poter aiutare gli impianti meccanici nel minor utilizzo di fonti non rinnovabili per il raffrescamento degli spazi.

La copertura delle cellule contenenti le stanze degli alberghi saranno realizzate attraverso pannelli fotovoltaici in grado di produrre energia elettrica per il funzionamento delle eco-tecnologie presenti all'interno del fabbricato.

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DOVE SI POSSONO INCROCIARE I ROAD TRAIN?

In Australia le strade che attraversano da Nord a Sud o da Est a Ovest il paese sono caratterizzate da lunghissimi rettilinei, dato che il paesaggio che le circonda è prettamente desertico. Il trasporto delle merci su gomma quindi non è soggetto a particolari restrizioni e i camion hanno configurazioni che nel resto del mondo non sono consentite. Questi automezzi, chiamati road train sono formati da una motrice che traina tre o più semirimorchi. Generalmente i semirimorchi non sono più di quattro o cinque ma nel 2006 a Clifton, appositamente per battere il precedente record, venne configurato un road train da record: 112 semirimorchi per una lunghezza complessiva superiore a 1500 metri.

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intervista direttore Polizia Stradale

Più controlli nel rispetto della legalità Attenzione: apre in una nuova finestra. PDFStampaE-mail Sono stati oltre 240mila i mezzi pesanti controllati nei primi dieci mesi del 2013, a dimostrazione che il rispetto della legalità è uno degli obiettivi prioritari della Polizia Stradale che si occupa di garantire quotidianamente la sicurezza di chi viaggia in tutta Italia. Ne abbiamo parlato con Giuseppe Bisogno, da fine agosto nuovo direttore della Polizia Stradale, e con Rosanna Ferranti, direttore della 2° divisione del Servizio Polizia Stradale, che si occupa più in dettaglio dell’aspetto operativo. Direttore, l’autotrasporto da sempre chiede maggiori controlli. Com’è andata quest’anno? I controlli hanno avuto un ulteriore incremento. Nel periodo gennaio-ottobre abbiamo controllato 241.024 mezzi pesanti e sono state contestate 72.418 infrazioni, tra cui 17.675 relative alla violazione delle regole sui tempi di guida e di riposo (art. 174 CdS) e 11.767 relative al superamento dei limiti di velocità (art. 142 CdS). Oltre ai controlli di routine, inoltre, ci sono le cosiddette operazioni ad “alto impatto” sull’autotrasporto, in cui in determinate giornate le pattuglie concentrano i controlli su una materia in particolare. Ad esempio a ottobre abbiamo avuto un’operazione ad alto impatto sui controlli assicurativi, con oltre cinquemila veicoli controllati e 392 pattuglie impiegate mentre tra ottobre e novembre un’altra operazione ha riguardato il trasporto di animali vivi. In questo caso sono state accertate 82 violazioni su 36 posti di controllo totali. Buone notizie sono arrivate, anche quest’anno, dai dati ACI-Istat sull’incidentalità. Gli incidenti stradali, anche quelli che hanno riguardato i mezzi pesanti, risultano in diminuzione. Secondo lei, a cosa è dovuto questo calo? Secondo il rapporto ACI-Istat, rispetto al 2011, gli incidenti sono diminuiti del 9,2%, i feriti del 9,3% e i morti del 5,4%. Questo trend positivo è confermato anche dai dati sull’incidentalità registrati da Polizia Stradale e Arma dei Carabinieri per il 2013 (periodo gennaio-ottobre) con 66.759 incidenti rilevati nel 2013 a fronte dei 68.386 per il 2012 (con un calo del 2,4%). La riduzione degli incidenti è una questione complessa, che coinvolge vari fattori e cause. In parte è dovuta alla diminuzione del traffico, ma soprattutto ai servizi posti in essere sulle strade grazie alla tecnologia, dal controllo della velocità tramite il tutor alle comunicazioni con i pannelli a messaggio variabile. E non bisogna dimenticare l’attività di formazione e la moderna educazione stradale che stiamo mettendo in atto, interessando i giovani alle tematiche della sicurezza e alle conseguenze di un uso improprio del veicolo e della strada. Da novembre è operativo il piano neve 2013-2014. Quali sono le novità e i punti di forza? Il piano neve, disponibile sul sito www.poliziadistato.it nella pagina dedicata a Viabilità Italia, illustra le misure condivise in seno a tale organismo istituito presso il ministero dell'Interno e presieduto dal direttore del servizio Polizia Stradale per una gestione più efficace della viabilità nella stagione invernale e delle eventuali emergenze. Oltre ai punti della rete autostradale più esposti a criticità e alle aree di stoccaggio dove attuare il fermo temporaneo dei mezzi pesanti, uno dei punti salienti della pianificazione è il monitoraggio continuo delle previsioni atmosferiche elaborate dal Dipartimento della Protezione Civile, per poter disporre di uomini e mezzi di ogni struttura adeguati ai livelli di allerta, pronti a mettere in opera i provvedimenti di gestione della viabilità. Inoltre sono previsti adeguati interventi tecnici sul manto stradale, dal trattamento preventivo con gli spargisale al contrasto della precipitazione atmosferica con mezzi sgombraneve; una costante verifica delle condizioni della strada e del traffico, per l'attivazione tempestiva dei provvedimenti di fermo temporaneo dei mezzi pesanti o deviazioni su percorsi alternativi; e il potenziamento dell'attività di comunicazione sia sui pannelli a messaggio variabile dislocati lungo la rete, che attraverso il C.C.I.S.S., Isoradio e gli organi d'informazione radio-televisivi locali sulle condizioni di percorribilità delle strade per i necessari avvisi all'utenza.

 

Fonte   www.rivstatir.it 

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Pedaggi autostradali

AA seguito del question time di ieri alla Camera dei Deputati, durante il quale ha dichiarato l’intenzione di rivedere il sistema concessorio autostradale, il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Maurizio Lupi ha sentito gli onorevoli Ermete Realacci, Michele Meta e il senatore Altero Matteoli , presidenti delle commissioni parlamentari competenti in materia, dando loro la disponibilità a partecipare quanto prima ai lavori delle suddette commissioni per un coinvolgimento pieno del Parlamento nel confronto e nel lavoro di revisione delle norme che regolano il sistema (tariffe, investimenti, accorpamento di concessioni, rapporti con l’Europa). In tale sede verrà presentata dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti un’ampia documentazione sulle 23 concessioni oggi in vigore.

Intanto il ministro Lupi ha convocato una riunione con l’associazione delle società concessionarie (Aiscat) per mercoledì 15 gennaio, con all’ordine del giorno lo studio di forme di abbonamento per autotrasportatori e pendolari.

Il sottosegretario Rocco Girlanda ha convocato per la prossima settimana una serie di incontri con le associazioni degli autotrasportatori per delineare le linee di utilizzo del fondo di settore (330 milioni di euro), e per il 22 gennaio il tavolo di lavoro sui problemi dell’autotrasporto in Sicilia e Sardegna.

Roma, 10 gennaio 2014

 

 

Fonte Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti http://www.mit.gov.it/

 

 

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